Diverse domande sui rapporti sessuali prima e durante il matrimonio
Buongiorno Padre Angelo Bellon
Le volevo porre diverse domande in merito alla morale sessuale e sull'uso dei metodi naturali.
1) I metodi naturali usati durante il fidanzamento senza essere sposati sono peccato?
2) Ricorrere ad diversi tipi di rapporti sessuali (sesso orale, sesso anale) nel matrimonio costituisce peccato sebbene i due sposi ormai siano una cosa sola e qualora facessero le cose di comune accordo senza andare contro il volere degli stessi?
3) Parlando in merito alla contraccezione quest'ultima è ben più grave che altri tipi di rapporti sessuali?
In attesa dei suoi chiarimenti le porgo i miei cordiali saluti
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. durante il fidanzamento non è la contraccezione in se stessa che rende peccaminoso il rapporto sessuale, ma è il rapporto sessuale stesso che è fuori luogo e costituisce peccato.
Se quel gesto vuole significare la donazione totale e vicendevole, ebbene questa donazione totale non è ancora stata sancita. Ci si augura che un giorno ci sia, ma di fatto non c’è ancora.
Durante il fidanzamento ognuno si sente perfettamente libero. Sa di non appartenere all’altro. Non si è ancora impegnato per sempre.
2. C’è dunque una finzione in questi rapporti: si finge di essere marito e moglie, mentre si sa benissimo di non esserlo ancora e di essere liberi.
Giustamente Giovanni Paolo II ha osservato che “la donazione fisica totale sarebbe menzogna se non fosse segno e frutto della donazione personale totale, nella quale tutta la persona, anche nella sua dimensione temporale, è presente: se la persona si riservasse qualcosa o la possibilità di decidere altrimenti per il futuro, già per questo essa non si donerebbe totalmente” (Familiaris consortio 11).
3. L’amore che due fidanzati si esprimono col gesto sessuale rientra nel genere della fornicazione, che è il rapporto sessuale tra due persone libere.
Agendo così, sono del tutto al di fuori del progetto di Dio sulla sessualità e sull’amore umano, che ha voluto la relazione sessuale come segno di una donazione totale ed esclusiva già avvenuta nel momento del consenso coniugale.
Inoltre va rilevato che con le relazioni sessuali prematrimoniali i fidanzati non si aiutano a costruire l’edificio matrimoniale fondato sulla fedeltà coniugale, perché purtroppo già fin d’ora si abituano l’un l’altro a consegnarsi a chi loro non appartiene.
La fedeltà coniugale non s’improvvisa, ma va preparata nel fidanzamento, proteggendosi dalla sensualità, che insidia tutte le persone. Nessuno ne è immune.
4. Circa la seconda domanda: è vero che i due sposi costituiscono ormai un’unica carne, un’unica realtà.
Ma il rapporto orale o anale è del tutto al di fuori del disegno di Dio sulla sessualità e sull’amore umano. I sessi sono stati dati da Dio per congiungersi in un determinato modo, vale a dire con una finalità procreativa.
Sono strutturati per questo.
Lo conferma anche il fatto che, almeno per il maschio, attuata l’eiaculazione che di suo è ordinata alla procreazione, il rapporto viene meno.
Sulla finalità procreativa dei sessi nessuno può dire il contrario.
Ora quando nell’intimità sessuale si dona all’altro anche la propria capacità di diventare padre o madre si può dire che c’è la donazione totale.
Nel sesso orale o anale, prima ancora di venir meno la finalità procreativa, vien meno l’amore vero, la volontà di donarsi in totalità.
Nel sesso orale o anale vi è solo una chiara deformazione del disegno di Dio: i due coniugi si usano l’un l’altro come mezzo di piacere, come strumento libidinoso.
5. Per questo il magistero della Chiesa è particolarmente severo nei confronti di tali tipi di approccio: “Se il marito poi vuole commettere con lei la colpa dei sodomiti, poiché questo rapporto sodomitico è un atto contro natura da parte di entrambi i coniugi che così si congiungono e questo, a giudizio di tutti i dottori, è gravemente cattivo, la moglie, per nessun motivo, neppure per evitare la morte, può lecitamente in questo modo compiacere al suo impudico marito” (Risposta della Penitenzieria, 2 aprile 1916; DS 3634).
6. Paolo VI, senza scendere a queste determinazioni, nell’Enciclica Humanae vitae ha compreso anche il sesso orale e anale nell’affermazione che costituisce la risposta che il Concilio gli ha chiesto: “è altresì esclusa ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione dei figli” (HV 14).
7. Mi chiedi infine: “Parlando in merito alla contraccezione quest'ultima è ben più grave che altri tipi di rapporti sessuali?”.
Penso che tu voglia chiedere se la contraccezione sia più grave di altri tipi di rapporti sessuali.
No, non è il più grave, perché i peccati contro natura (come quelli menzionati nel punto 2) sono più gravi, così come senza dubbio le è più grave l’adulterio.
Provo un certo disagio per alcune manifestazioni affettive nell’ambito della genitalità
Caro Padre Angelo,
Sono sposato da pochi anni e ho due splendidi bambini.
Le scrivo dopo aver letto le sue risposte molto approfondite ad alcuni quesiti.
Con mia moglie non abbiamo rapporti frequentissimi, ma nemmeno rari, ecco capita che spesso prima della copula mia moglie mi baci anche appassionatamente nelle parti intime, ciò a lei fa piacere e non ci trova alcun male. A me qualche problema lo fa.
Ne ho parlato con diversi amici sacerdoti i quali mi hanno tutti detto che l'importante non sono i singoli gesti ma che il rapporto sessuale si concluda sempre con la copula. Cosa ne pensa? Io li per lì sto tranquillo, ma poi quegli episodi mi tornano in mente e mi turbano, o meglio mi tormentano soprattutto nella preghiera.
Aggiungo che con mia moglie cerchiamo di vivere una vita spirituale abbastanza impegnata, quando possibile santa messa e rosario tutti i giorni (io quando posso anche più di una corona)
Grazie.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
il 16 maggio abbiamo pubblicato la risposta ad un giovane che poneva più o meno le medesime tue questioni.
In linea generale, ti risponderei anch’io come ti hanno suggerito i tuoi sacerdoti i quali, a motivo anche del pudore che nasce trattando di certe questioni, sono rimasti vaghi dicendo “purché il rapporto sessuale si concluda sempre con la copula”.
Ma tra te e me, a distanza e senza vederci in faccia, forse cadono alcuni pudori e allora io francamente ti dico:
1. è lecito farsi baciare anche nelle parti intime a condizione che l’eiaculazione non avvenga fuori del corpo della moglie. Se così avvenisse, si tratterebbe di una masturbazione da lei attuata sul tuo corpo e questo non devi permetterlo. Sarebbe senz’altro un peccato grave.
2. Inoltre anche in un rapporto dove l’eiaculazione avviene nel corpo della moglie, è necessario che il rapporto non diventi libidinoso. Giovanni Paolo II, nella lettera alle famiglie “Gratissimam sane” (2.2.1994) ha detto: “la persona non può mai essere considerata un mezzo per raggiungere uno scopo; mai, soprattutto, un mezzo di “godimento”. Essa è e dev’essere solo il fine di ogni atto. Solo allora corrisponde alla vera dignità della persona” (GrS 12).
Può darsi che il disagio da te avvertito nasca proprio da questo fatto: che in quel momento ti pare di essere trattato come un mezzo e che non venga rispettata la tua persona.
3. Sono molto contento di quello che mi dici sulla tua vita cristiana: del tuo impegno, della partecipazione possibilmente quotidiana alla Santa Messa e della corona del santo Rosario che reciti anche più volte.
E allora capisco ancora di più le tue perplessità, soprattutto quando reciti il Rosario, che ti porta a guardare la tua vita e gli eventi che ti capitano con l’occhio stesso di Dio e della Beata Vergine Maria.
A questo punto, anche se tutto fosse in ordine (nel senso che l’eiaculazione avviene dove deve avvenire e che non c’è libidine in tua moglie) senti il desiderio che tutto diventi più puro. Lo Spirito Santo dice nell’Apocalisse: “il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora” (Ap 22,11).
La santità passa anche dalla strada dell’amore coniugale.
Penso che tu avverta l’impulso a salire sempre più in alto e allora certe esperienze sembrano legarti e trattenerti.
4. Giovanni Paolo II ricorda che l’amore coniugale viene perfezionato da un dono particolare dello Spirito Santo: il dono del timore di Dio.
Questo dono non consiste nella paura, ma in un “ timore salvifico: timore di infrangere o di degradare ciò che porta in sé il segno del mistero divino della creazione e redenzione” (14.11.84).
Dice Giovanni Paolo II: “Il rispetto per l’opera di Dio contribuisce a far sì che l’atto coniugale non venga sminuito e privato dell’interiorità nell’insieme della convivenza coniugale - che non divenga abitudine - e che in esso si esprima un’adeguata pienezza di contenuti personali ed etici, e anche di contenuti religiosi, cioè la venerazione del Creatore, unico e ultimo depositario della sorgente della vita, e l’amore sponsale del Redentore” (21.11.1984).
Non ti paiono belle queste riflessioni di Giovanni Paolo II?
Mi pare che il Signore ti stia chiamando, insieme con tua moglie, a queste altezze.
Prega perché il Signore ti porti a vivere così.