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 11. COSA DICE LA CHIESA SU EUCARESTIA

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MessaggioTitolo: 11. COSA DICE LA CHIESA SU EUCARESTIA   11.	COSA DICE LA CHIESA SU EUCARESTIA EmptySab Apr 11, 2020 4:40 pm

Tu sapessi che cosa è la santificazione della festa e che cosa sia la partecipazione all’eucaristia ti renderesti subito conto che il non farlo è un insulto enorme che si fa al Signore.
L’andare a Messa non è semplicemente una pia pratica.
La santificazione della festa non è semplicemente un precetto.
Lo sai che l’eucaristia è la perpetuazione del sacrificio di Cristo sui nostri altari. E che, proprio per questo, la Messa ha gli stessi effetti che il sacrificio di Cristo sulla croce?
Effetti di valore immenso per l’espiazione dei peccati e per la redenzione del mondo.
A casa tua, raccolta in te stessa e in comunione vera col Signore, non puoi tuttavia fare quello che fai a Messa: perché a Messa si rende presente “realmente” il Signore, si ascolta la sua parola, si offri il suo sacrificio per la redenzione del mondo!
La Messa ha effetti di valore immenso quanto all’adorazione e all’amore che vengono dati a Dio. Finalmente si adora e si ama Dio come Dio è degno di essere adorato e amato.

Per conto nostro, da soli, che cosa facciamo? Il nostro amore è sempre troppo basso, troppo imperfetto, e la stessa cosa si deve dire della nostra adorazione. A Messa, invece, è tutta un’altra cosa. Non sono da soli ad amare e ad adorare Dio. Lo adoriamo e lo amiamo insieme con Cristo, realmente presente in mezzo a noi. E così possiamo dire: “Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a Te, Dio Padre onnipotente, nell’unità della Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli. Amen”.

A Messa vi sono poi gli effetti di valore immenso quanto alla santificazione delle nostre anime a motivo della santa Comunione: Qui il Signore viene nel nostro cuor con le mani piene di grazie e dice: “Sono venuto qui per servirti, per i tuoi bisogni e per quelli di tutto il mondo. Domanda, comanda. Sono a tua disposizione!”. Ti pare poca cosa questa?
E poi ascolti la sua parola, che è accompganta anche dalla riflessione del sacerdote. E mentre il sacredote parla, per quanto possano essre dimesse le sue parole, il Signore fa la sua parte nel cuore dei fedeli.
Vedi, carissima: quando si va a Messa solo per paura di fare un peccato mortale vuol dire che del cristianesimo non si è capito niente, ma proprio niente. Perché il cuore del cristianesimo è Lui, Gesù Cristo, vivo, vero, operante nei sacramenti nel medesimo e perfettissimo modo con cui operava quand’era sulla terra con il suo corpo fisico.
Dovremmo correre verso di lui nel medesimo modo in cui correva la gente per vederlo, per sentirlo, per toccarlo quando passava dalle loro parti.
A Messa c’è questo contatto addirittura “fisico” con Cristo.

Primo, a Messa stai a contatto con lui per circa tre quarti d’ora, oltre il tempo per andare e per tornare dalla Chiesa. E anche questo è tempo dato al Signore.
Dimmi con tutta sincerità: quella che la pensano come te e che non vanno a Messa, dedicano al Signore un’ora o un’ora e mezza del loro tempo? Stanno insieme con lui così tanto? Oppure sbrigano tutto in due minuti, se lo fanno!...
Inoltre, supposto anche che uno dedichi mezza giornata della domenica alla preghiera personale, non potrà mai fare quello che fa a Messa: la presenza del Signore, la rinnovazione del suo sacrificio, la santa Comunione...
Infine: a Messa c’è l’incontro con la comunità cristiana. A Messa la Chiesa si “visibilizza”. Tu vedi la Chiesa solo quando i fratelli si trovano insieme. Diversamente questa Chiesa non si vedrebbe mai. E questo vedere la Chiesa e questo incontrarsi con la Chiesa è pieno di significati, di richiami, di comunione,  di esigenza di perdono reciproco, di donarsi e di donare anche materialmente.
Ma è necessario dire che Cristo ha promesso la “sua presenza” quando i fratelli si trovano insieme.
E poi vi sarebbero mille altre cose da dire, ma non ti possono fare un trattato sul significato della messa e della santificazione delle festa.
Ma per tornare alla tua domanda “perché è peccato grave non andare a Messa”, ti rispondo: è poca cosa dire a Cristo che non sappiamo che farcene del suo sacrificio per la nostra vita e per la vita del mondo, che non sappiamo che farcene di incontrarlo perché abbiamo di meglio e di più importante da fare, che abbiamo da preferirgli  il nostro sonno, le nostre pigrizie, le nostre perdite di tempo, le nostre chiacchiere inutili, i nostri peccati, e via dicendo?

Ti rispondo con queste parole del Vangelo: “Uno dei commensali, avendo udito ciò, gli disse: «Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!». Gesù rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena» (Lc 14,15-24).
È come se il fidanzato, invitato dalla fidanzata che ha preparato per lui qualcosa di davvero grande e a caro prezzo, andasse per i fatti suoi e poi le facesse sapere che della sua presenza, dei suoi doni e del suo amore non sapeva che farsene, perché aveva da ricuperare del sonno perso in chiacchiere inutili, nello stare con gli amici, con altre ragazze o anche... con prostitute.
Ti pare che un fidanzato che si comporta così ci tenga all’affetto della fidanzata? Se si comporta così, significa che non la ama.
E la stessa cosa si deve dire di chi per mille pretesti non sa che farsene della presenza del Signore, del suo sacrificio, della sua parola, dei doni che gli porta e che porta per la vita del mondo...
Per essere onesti, bisogna dire che uno che si comporta così non ama il Signore. E il peccato mortale è proprio questo.
Eucaristia è davvero una grande cena, alla quale si accede pieni di gratitudine per un invito tanto immeritato e tanto onorifico.
Intanto ti chiederei di pregare la Madonna perché ti ottenga la grazia di capire sempre di più e sempre meglio la grazia dell’Eucaristia.


Ultima modifica di Alberto il Dom Apr 19, 2020 4:11 pm - modificato 2 volte.
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MessaggioTitolo: Re: 11. COSA DICE LA CHIESA SU EUCARESTIA   11.	COSA DICE LA CHIESA SU EUCARESTIA EmptyDom Apr 12, 2020 3:28 pm

Partecipazione alla santissima Eucaristia

Can. 912 - Ogni battezzato, il quale non ne abbia la proibizione dal diritto, può e deve essere ammesso alla sacra comunione.
Can. 913 - §1. Per poter amministrare la santissima Eucaristia ai fanciulli, si richiede che essi posseggano una sufficiente conoscenza e una accurata preparazione, così da percepire, secondo la loro capacità, il mistero di Cristo ed essere in grado di assumere con fede e devozione il Corpo del Signore.
§2. Tuttavia ai fanciulli che si trovino in pericolo di morte la santissima Eucaristia può essere amministrata se possono distinguere il Corpo di Cristo dal cibo comune e ricevere con riverenza la comunione.
Can. 914 - È dovere innanzitutto dei genitori e di coloro che ne hanno le veci, come pure dei parroci, provvedere affinché i fanciulli che hanno raggiunto l'uso di ragione siano debitamente preparati e quanto prima, premessa la confessione sacramentale, alimentati di questo divino cibo; spetta anche al parroco vigilare che non si accostino alla sacra Sinassi fanciulli che non hanno raggiunto l'uso di ragione o avrà giudicati non sufficientemente disposti.
Can. 915 - Non siano ammessi alla sacra comunione gli scomunicati e gli interdetti, dopo l'irrogazione o la dichiarazione della pena e gli altri che ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto.
Can. 916 - Colui che è consapevole di essere in peccato grave, non celebri la Messa né comunichi al Corpo del Signore senza premettere la confessione sacramentale, a meno che non vi sia una ragione grave e manchi l'opportunità di confessarsi; nel qual caso si ricordi di porre un atto di contrizione perfetta, che include il proposito di confessarsi quanto prima.
Can. 917 - Chi ha già ricevuto la santissima Eucaristia, può riceverla di nuovo lo stesso giorno, soltanto entro la celebrazione eucaristica alla quale partecipa, salvo il disposto del ⇒ can. 921, §2.
Can. 918 - Si raccomanda vivissimamente che i fedeli ricevano la sacra comunione nella stessa celebrazione eucaristica; tuttavia a coloro che la chiedono per una giusta causa fuori della Messa venga data, osservando i riti liturgici.
Can. 919 - §1. Chi sta per ricevere la santissima Eucaristia si astenga per lo spazio di almeno un'ora prima della sacra comunione da qualunque cibo o bevanda, fatta eccezione soltanto per l'acqua e le medicine.
§2. Il sacerdote, che nello stesso giorno celebra due o tre volte la santissima Eucaristia, può prendere qualcosa prima della seconda o terza celebrazione, anche se non sarà intercorso lo spazio di un'ora.
§3. Gli anziani, coloro che sono affetti da qualche infermità e le persone addette alle loro cure, possono ricevere la santissima Eucaristia anche se hanno preso qualcosa entro l'ora antecedente.
Can. 920 - §1. Ogni fedele, dopo che è stato iniziato alla santissima Eucaristia, è tenuto all'obbligo di ricevere almeno una volta all'anno la sacra comunione.
§2. Questo precetto deve essere adempiuto durante il tempo pasquale, a meno che per una giusta causa non venga compiuto in altro tempo entro l'anno.
Can. 921 - §1. I fedeli che si trovano in pericolo di morte derivante da una causa qualsiasi, ricevano il conforto della sacra comunione come Viatico.
§2. Anche se avessero ricevuto nello stesso giorno la sacra comunione, tuttavia si suggerisce vivamente che quanti si trovano in pericolo di morte, si comunichino nuovamente.
§3. Perdurando il pericolo di morte, si raccomanda che la sacra comunione venga amministrata più volte, in giorni distinti.
Can. 922 - Il santo Viatico per gli infermi non venga differito troppo; coloro che hanno la cura d'anime vigilino diligentemente affinché gli infermi ne ricevano il conforto nel pieno possesso delle loro facoltà.
Can. 923 - I fedeli possono partecipare al Sacrificio eucaristico e ricevere la sacra comunione in qualunque rito cattolico, fermo restando il disposto del ⇒ can. 844.

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