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 17. NELLA CONFESSIONE RICONOSCERE I PECCATI

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[Alberto]
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MessaggioTitolo: 17. NELLA CONFESSIONE RICONOSCERE I PECCATI   17.	NELLA CONFESSIONE RICONOSCERE I PECCATI EmptySab Apr 11, 2020 4:38 pm

Le chiedo consigli per una buona confessione, ho sempre delle difficoltà a distinguere i veniali dai mortali
Caro Padre Angelo,
ci avviciniamo al Santo Natale 2010, le chiedo consigli per una buona confessione, mi confesso spesso ma ho sempre delle difficoltà ad enunciare i peccati e a distinguere i veniali dai mortali, la prego di fare una breve elencazione di essi.
Grazie, preghi per me e per la mia famiglia
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. poiché in ogni confessione è sempre necessario confessare i peccati mortali, è doveroso sapere con chiarezza che cosa oggettivamente è peccato mortale.
2. Va detto ancora che per compiere soggettivamente un peccato grave si richiede la presenza simultanea di tre condizioni: che vi sia materia grave, piena avvertenza della mente e deliberato consenso della volontà.
3. La piena avvertenza della mente e il deliberato consenso dipendono molto dalle condizioni dei singoli. Sicché ogni caso va valutato volta per volta.
Pertanto adesso io mi attengo a precisare in che cosa vi sia materia grave.
4. A questo proposito i teologi distinguono tra peccati oggettivamente sempre gravi (parlano di materia grave ex toto genere suo) e peccati generalmente gravi (qui vi è materia grave ex genere suo).
5. Questa distinzione è importante perché nei primi c’ sempre materia grave e pertanto non vi è mai materia lieve (non datur parvitas materiae). Essi sono di suo sempre gravi.
Nei secondi invece vi può essere, e anche abbastanza spesso, materia lieve (datur parvitas materiae).
6. Seguendo l’indicazione dei dieci comandamenti, vengono messi tra i peccati dove c’è sempre materia grave:
i peccati contro il primo comandamento: l’abbandono di Dio, il culto a satana, il ricorso a maghi, fattucchieri..., forme gravi di superstizione, i peccati contro le virtù teologali (eresia, apostasia, insubordinazione alle verità di fede, disperazione della salvezza, presunzione di salvarsi senza merito, odio di Dio e del prossimo, fare volutamente del male al prossimo), l’assenza abituale di preghiera.
I peccati contro il secondo comandamento: la bestemmia, il giurare il falso, la violazione dei voti).
I peccati contro il terzo comandamento: non partecipare alla Messa nei giorni di domenica e nelle altre feste comandate (Natale, 1° dell’anno, Epifania, Assunta, Tutti i Santi, Immacolata), fare la S. Comunione avendo peccati gravi non ancora confessati.
I peccati contro il quinto comandamento in ogni sua forma: omicidio, suicidio, aborto, eutanasia, uso di sostanze stupefacenti, ubriachezza, percosse...
I peccati contro il sesto comandamento in ogni sua forma: autoerotismo, fornicazione, rapporti prematrimoniali e omosessuali, contraccezione coniugale, adulterio, violenza carnale, pedofilia...
7. I vecchi teologi moralisti dicevano tutto questo in poche parole: c’è sempre materia grave nei peccati contro le virtù teologali, contro la virtù di religione che abbraccia i primi tre precetti del decalogo) e contro i precetti della seconda tavola del decalogo che hanno a che fare con valori molto alti (li chiamavano: materia indivisibile).
8. Sono peccati gravi nel loro genere, ma possono avere materia lieve gli altri peccati commessi contro la seconda tavola della legge.
Si ha materia lieve quando non si viola sostanzialmente il precetto, ma si continua a conservare al prossimo un certo rispetto.
Venendo nella fattispecie qui vi sono:
i peccati contro il quarto comandamento che comanda di onorare il padre e la madre, in una parola tutto il nostro prossimo. Allora vi possono essere piccoli battibecchi o screzi in famiglia, qualche disobbedienza, qualche parola un pò ingiuriosa...
Ma se si tratta di dissapori gravi, di litigi, di gravi mancanze di rispetto, di disonorare i familiari o il prossimo... allora si tratta di peccati gravi.
Nel quarto comandamento si possono includere anche i peccati di lingua, come le maldicenze, i pettegolezzi che screditano il nostro prossimo. Bisogna distinguere: alcuni conservano sostanzialmente l’onore del prossimo, altri lo ledono gravemente. Nel primo caso si tratta di peccato veniale, nel secondo di peccato mortale.
I peccati contro il settimo comandamento che vieta di rubare la roba d’altri. Anche qui si capisce bene che si deve distinguere tra il furto, ad esempio, di un sacchetto di caramelle (che rimane sempre un furto e pertanto un peccato) oppure di una somma di una certa consistenza.
I peccati contro l’ottavo comandamento che proibisce la menzogna. È chiaro che se si tratta di calunnie, di accuse ingiuste fatte in tribunale... vi è peccato grave. Se si tratta invece di bugie dette per difendere se stessi o per non turbare la pace in famiglia non si va al di là del peccato veniale.
I peccati contro il nono comandamento che proibisce altri peccati contrari alla purezza. Se si tratta di peccati per cui si programma di commettere peccati carnali con determinate persone (anche se poi non vengono compiuti) vi è peccato grave. Gesù ha detto che chi guarda una donna e la concupisce, ha già commesso adulterio nel suo cuore.
Ugualmente sono peccati gravi l’uso di pornografia, di porno internet...
Un semplice pensiero impuro, nel quale non si indugia ma non si è pronti alla sua rimozione è invece un peccato veniale...
In questo comandamento sono inclusi anche peccati di immodestia nello sguardo, nel parlare. Facilmente vi è materia lieve (ad es. qualche volgarità...), ma vi può essere anche materia grave.
I peccati contro il decimo comandamento che proibisce anche il solo programmare il furto, sebbene poi non lo si compia. Anche qui dipende dalla quantità della roba che si vuole rubare.
9. I vecchi teologi dicevano che i peccati generalmente gravi, ma nei quali vi può essere materia lieve, costituiscono materia divisibile. E si capisce il motivo di tale dizione: vi sono peccati che ledono sostanzialmente i beni materiali o spirituali del nostro prossimo. Altri peccati invece li offendono solo marginalmente, mentre sostanzialmente li conservano.

10. Sono invece di suo peccati veniali quelle azioni che sono buone, ma nelle quali ci si appesantisce, come ad esempio la ricerca della vanagloria, di eccessivo zelo per fare bella figura, di mangiare troppo, di indugiare in alcune golosità e in alcuni perditempo...
11. Perché non si veda in questo catalogo un quadro semplicemente moralistico di ciò che è peccato grave o peccato veniale, desidero ricordare il motivo di fondo: i peccati mortali rompono la comunione di vita con Nostro Signore. Si perde la sua grazia, la sua intimità e amicizia. In una parola la nostra volontà non è all’unisono con la sua in punti importanti e decisivi della nostra vita.
I peccati veniali non sono ugualmente conformi alla sua volontà, ma il difetto qui è più leggero, potrei dire che è in qualche modo marginale. Certo non conducono alla santità, non piacciono al Signore, ma non contrariano e non spezzano la comunione di vita.
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